Arethusa
Psicologia e Alchimia di Carl Gustav Jung
Psicologia e Alchimia di Carl Gustav Jung
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Anni fa chiesi a un noto alchimista e psicologo italiano cosa pensasse di un volume di Jung. Mi rispose: “È incredibile come sia riuscito, pur usando a sproposito un linguaggio che non non conosceva, a spiegare una realtà così perfetta.”
Alla fine degli anni Venti, Jung scoprì affinità sorprendenti tra i simboli dei testi alchemici cinesi e i sogni dei suoi pazienti, intuendo come le conoscenze antiche potessero dialogare con la psiche moderna. Studiò l’alchimia per quindici anni, pubblicando infine un’opera che resta tra le sue più affascinanti. Alchimia e psicologia condividono la stessa tensione: trasformare la materia grezza dell’esperienza in consapevolezza. L’alchimia, in fondo, cerca di portare alla luce il lato divino sepolto negli istinti, proprio come la psicoterapia.
Jung ampliò poi il suo lavoro, includendo saggezze orientali che, pur provenendo da tempi e culture lontane, possedevano radici comuni. Così, quelle che chiamiamo scoperte scientifiche diventano risvegli di antichissime esperienze collettive, ovvero esperienze “archetipiche.”
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